Breve storia dello stazzo.Gli stazzi nascono intorno ai primi del '700, ad opera di pastori Corsi i quali fuggiti dalla vicina terra per motivi politici o a causa di faide familiari, si stanziavano in Gallura costruendo con la pietra locale, il granito, la loro dimora. La struttura della casa era molto semplice, a pianta rettangolare e con tetto a duplice spiovente. L’interno della casa era realizzato da un unico vano "la casa manna" che serviva contemporaneamente da cucina, camera da letto e da ambiente di lavoro. L’arredamento era molto elementare costituito da un unico tavolo, alcune sedie, una robusta scansia detta "balastragghju", un mobile atto a riporre piatti detto "piattera". Al centro della casa il focolare "la ziddha a meza casa", successivamente sostituito dal camino addossato alla parete. Quando la famiglia del proprietario cresceva veniva creato un nuovo vano "l’appusentu" che si estendeva per giustapposizione laterale e veniva utilizzato come stanza da letto "la cambara". La dimora rurale era abitata da pastori-agricoltori, i quali all’allevamento del bestiame alternavano la coltivazione dei campi, quasi esclusivamente cereali, il terreno circostante comprendeva solitamente l’orto, la vigna, e i vari recinti creati come ricovero per il bestiame. Lo stazzo mediamente si estendeva su una superficie di 50–70 ettari. Tale insediamento umano viene definito da alcuni studiosi ad habitat disperso. Questa emigrazione da parte dei corsi ha influito anche sui caratteri etnico linguistici della Gallura, infatti come ci fa notare il noto linguista M. L. Wagner la parlata Gallurese deriva dal corso e più particolarmente si avvicina al dialetto oltremontano parlato nella parte meridionale della Corsica Sartene.